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Bilancio di fine 2021 su Cina, India, Vietnam e ASEAN

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Nonostante il 2021 non sia stato, sotto molti aspetti, diverso dal 2020, ci sono stati alcuni elementi che si sono rivelati fondamentali per noi in Asia - in particolare la crescita economica.

Noi dell’Italian desk desideriamo concludere l’anno condividendo le prospettive delle tendenze 2021, gli eventi principali e le modifiche normative rilevate sul campo dai nostri esperti.

China 

Guilherme Campos

Guilherme Campos

Manager, Shenzhen

Le attività economiche in Cina continuano a crescere, e la maggior parte degli imprenditori ha una visione a lungo termine ottimistica sugli investimenti nel Paese: la maggior parte degli uomini d'affari intervistati dalle Camere di Commercio americana ed europea ha infatti dichiarato che molto probabilmente aumenteranno gli investimenti nel Paese negli anni a venire.

Tuttavia, la pandemia e le limitazioni di spostamento da essa imposte continuano a rappresentare un ostacolo alla normale attività delle aziende, e molte operazioni vengono ancora gestite da remoto, con i maggiori costi che ne derivano. Tuttavia , dato l’elevato tasso di vaccinazione e i quasi-zero casi di infezioni da COVID-19, vi è una concreta possibilità che la Cina possa presto riaprire i suoi confini, e che le azeinde possano riprendere con la normale operatività.

Per quanto riguarda le normative approvate nel 2021 che principalmente potrebbero avere un impatto sul business, è importante menzionare la Legge sulla Protezione delle Informazioni Personali (PIPL), che manifesta l'impegno concreto della Cina verso un maggiore livello di privacy e di sicurezza nel trattamento dei dati, nonché verso un più stretto controllo sui giganti della tecnologia all'interno del Paese.

Le aziende europee continuano a mostrare interesse per il mercato cinese, con un numero crescente di PMI che aprono negozi in tutta la Cina e ampliano ulteriormente il loro raggio d'azione verso le città di seconda e di terza fascia, le quali si stanno progressivamente internazionalizzando ed offrono grandi opportunità di investimento per le aziende italiane.

Nel complesso le tensioni tra Cina e USA, nonostante l'ampia copertura mediatica, hanno dimostrato di avere un impatto minimo (o nullo) sugli affari americani in Cina e su quello delle altre imprese straniere. Tuttavia il futuro rimane parzialmente incerto, e temi come quello del " decoupling from the West” o del "finding alternative supply chain” potrebbero ben cambiare il panorama esistente.

In conclusione, riteniamo ci sia ancora molto da aspettarsi per quanto riguarda gli investimenti stranieri in Cina se continuerà una posizione cooperativa e pacifica tra Cina e Occidente, da cui entrambe le parti hanno molto da guadagnare o molto da perdere, se così non fosse.

 

Vietnam

Filippo Bortoletti

Senior Manager, Hanoi

“Dopo il risultato positivo (+2,91 percento) registrato nel 2020, l’economia vietnamita continua a crescere nel 2021 (+3,8 percento le previsioni del FMI) nonostante il lockdown imposto dal governo da inizio maggio alla fine di settembre.

Tuttavia, il blocco del Paese ha colpito duramente l’industria manifatturiera. Infatti, le aziende non solo hanno dovuto implementare misure igienico-sanitarie appropriate in conformità con le rigorose prescrizioni promulgate dal governo ed atte a mitigare il rischio di nuovi focolai, ma hanno dovuto fare i conti con un sistema logistico domestico di fatto paralizzato a causa della diversa applicazione delle restrizioni al trasporto merci (e relativa modulistica) nelle diverse municipalità. Di conseguenza, gli imprenditori stranieri che esternalizzavano la produzione in Vietnam sono stati costretti a reindirizzare temporaneamente gli ordini di acquisto verso altri Paesi.

Ad oggi, il Vietnam non è più in lockdown ed il Governo ha già somministrato oltre 130 milioni di dosi, vaccinando completamente oltre il 55 percento dei residenti. In questo quadro, nonostante il numero di casi non accenni a diminuire, non si prevedono ulteriori blocchi alle attività come in estate.

Ora la priorità del Paese è il rilancio economico attraverso la graduale ma costante riduzione delle misure restrittive e l’apertura dei confini, con la speranza di aprire nuovamente il Vietnam al turismo nella seconda metà del 2022. A tal fine, vale la pena ricordare che il Paese sta ora conducendo un progetto pilota garantendo l’ingresso (senza quarantena) ai turisti stranieri (e vaccinati) in cinque destinazioni turistiche selezionate. Qualora il progetto pilota avesse successo, seguirà una seconda fase in cui i turisti potranno viaggiare tra le cinque destinazioni turistiche selezionate, prima della piena apertura del paese al turismo internazionale.

Inoltre, il 2021 segna l’entrata in vigore del nuovo Codice del lavoro, che offre una maggiore tutela ai dipendenti ed un migliore allineamento agli standard internazionali, nonché la nuova Legge sugli investimenti e la Legge sulle imprese, che mirano a ridurre la burocrazia e rendere più semplice e snello fare business in Vietnam. Le nuove leggi sono entrate in vigore tempestivamente, dato il passaggio di nuovi accordi di libero scambio come EVFTA e RCEP.

Il 2022 continuerà sulla scia di quanto di buono visto negli ultimi anni, con direttrici di sviluppo economico, industriale e normativo che contribuiranno a garantire l’accesso al mercato ed una concorrenza leale tra aziende locali e straniere, il miglioramento delle infrastrutture e l’efficientamento energetico attraverso la produzione di energie rinnovabili, la digitalizzazione nella pubblica amministrazione, con riflessi positivi nella tracciabilità dei documenti e nello snellimento delle pratiche amministrative.

Pertanto, in generale, il Vietnam rimane uno dei Paesi più attrattivi nell’area del Sudest asiatico e costituisce un’importante opportunità per diversificare gli approvvigionamenti – in virtù non solo della qualità della manodopoera locale ma anche per sfruttare incentivi e tariffe agevolate negli scambi transfrontalieri – ed un mercato di sbocco interessante per gli imprenditori italiani, con circa 100 milioni di consumatori e una classe media in rapida ascesa.”

 

India

Sunny Makhija

Assistant Manager, Delhi

“Quella indiana è una delle poche economie al mondo ad aver registrato quattro trimestri consecutivi di crescita nel corso della pandemia da COVID-19 sulla base di una rapida campagna di vaccinazione, dell'aumento dell'attività manifatturiera, della ripresa del segmento dei servizi e di una crescita sostenuta del settore agricolo.

Detto ciò, l’India è sulla buona strada per diventare la prima economia a più rapida crescita al mondo, sostenuta da riforme multisettoriali, dalla spinta al settore manifatturiero attraverso programmi di incentivi legati alla produzione (PLI), dall’allentamento dei regolamenti, dalla crescita delle esportazioni e dalle raccolte di GST, oltre a molti altri macro e micro fattori positivi.

La nuova variante Omicron del COVID-19 potrebbe però rappresentare una minaccia per la ripresa globale in corso e per l'allentamento delle restrizioni sui viaggi.  Secondo i primi dati, la variante Omicron sembra essere meno grave di alcune altre varianti precedenti. Ciò nonostante, in questa situazione è importante, sia per le aziende che per le persone, essere caute e prepararsi a possibili diversi scenari.

Per quanto riguarda gli investimenti, l’India ha registrato un nuovo picco nell’anno 2021, con IDE in ingresso che hanno raggiunto 81,72 miliardi di dollari, nonostante lo slancio globale degli investimenti in uscita sia rallentato in modo significativo.

L’Italia è il 18° contribuente di IDE verso l’India con 3,08 miliardi di dollari di investimenti diretti da Aprile 2000 a Marzo 2021. L’Italia è anche il 5° maggiore partner commerciale dell’India nell’Unione Europea con un commercio bilaterale fra i due Paesi valutato, nel 2021 in 8,59 miliardi di dollari.

Con i programmi incentivali PLI, annunciati per automobili e componenti auto, trasformazione alimentare e settore farmaceutico, aziende italiane su larga scala, qualora soddisfino i criteri di investimento, capacità e fatturato specificati possono beneficiare degli incentivi finanziari del programma.”

 

ASEAN

Andrea Volpe

Senior Consultant, Udine

“Ferma restando la posizione strategica di Cina ed India come economie fondamentali per lo sviluppo globale, va sottolineata la sempre maggiore importanza che stanno assumendo i Paesi dell’ASEAN quali porte di ingresso alternative all’enorme mercato asiatico. Una potenziale platea di 630 milioni di abitanti ed un PIL in costante espansione con tassi medi di crescita del 5% negli ultimi anni.

L’ASEAN potrebbe diventare, entro il 2030, la quarta maggiore economia al mondo, forte di un mercato di consumatori valutato in oltre 4 trilioni di dollari.

È un’area dove peraltro si sta rafforzando la stabilità finanziaria e politica, garantendo così rapporti commerciali duraturi.

I recenti accordi di libero scambio siglati con le principali economie mondiali rendono i Paesi dell’ASEAN una fonte inesauribile di opportunità per le aziende di tutto il mondo. Nel 2021, con la sola Italia, è stato realizzato un interscambio commerciale pari a 14 miliardi di euro, per un export concentrato però prevalentemente sui settori dei macchinari, della chimica e dei prodotti petroliferi.

Le società internazionali possono beneficiare della rete dei FTA (accordi di libero scambio) dell’ASEAN attraverso costi ridotti all’importazione, miglioramento delle procedure di sdoganamento e migliore accesso ai prodotti ammissibili al trattamento preferenziale. Inoltre, ci sono numerosi benefici fiscali e tributari come esenzioni e detrazioni fiscali.

Il Covid-19 non è riuscito a cambiare le prospettive del blocco ASEAN di diventare la quarta potenza economica mondiale entro il 2030. Il prolungarsi della pandemia ha solo ritardato la ripartenza dei Paesi ASEAN a causa delle pesanti misure di contenimento per far fronte a nuove ondate di contagi.

Nel 2020 l’Italia è stata designata come Partner di Sviluppo dell’ASEAN e si trova pertanto in una posizione favorevole per contribuire ai processi di riforma e partecipare alla ripresa economica post-pandemia. Nell’aprile 2021, il primo incontro dell’ASEAN-Italy Development Partnership Committee (AI-DPC) ha segnato l’inaugurazione ufficiale del partenariato con l’Associazione delle Nazioni del Sud-Est asiatico. Da un lato l’Italia ha annunciato la propria intenzione di donare 2,5 milioni di euro al Fondo ASEAN di Risposta al Covid-19; dall’altro, le due parti si sono impegnate a individuare aree di interesse comune in cui portare avanti una collaborazione nei prossimi cinque anni.

E se gli analisti hanno rivisto al ribasso le previsioni di crescita del blocco per l’anno corrente (dal 5,5% al 4,9%) i segnali positivi che arrivano dal commercio globale e il graduale ritorno degli investimenti suggeriscono una ripresa ancora più forte nel 2022 (+6,5%).

Anche l’Italia, quindi, insieme agli altri paesi UE, può e deve cogliere l’occasione per confermare il proprio impegno nella regione, presentando progetti concreti per una ripresa condivisa.”

 

Hai una domanda su come fare affari in Asia? Contattateci all'indirizzo italiandesk@dezshira.com, o visitateci qui.

 



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